mercoledì 12 aprile 2017

Claudio Di Scalzo: Il disgusto di Boine. Lettera di Boine malato a se stesso sano.

CDS: Il disgusto di Boine - Aprile 2017





Claudio Di Scalzo

IL DISGUSTO DI BOINE



A centenario della morte di Giovanni Boine,  il 16 maggio 2017, forse sarebbe il caso, in un Post-Libro, in qualche post-pagina da aggiungere ad “Agonia”, a “il ceppo inutile del male”, ai giorni in cui fu lasciato solo e morente dagli esimi conoscenti poeti e da chi diceva di amarlo!, che provò,... di evocare, mi dico e scrivo, per i tempi presenti, quando immagino, penso, presumo, molto temo, eccome s elo temo!, alcuni intellettuali e poeti, in cerca di legittimazione curandolo in incontri e interpretazioni in rete,… di materializzare, diciamo proprio così, il suo DISGUSTO, la sua NAUSEA,  il suo RIBREZZO, la sua totale avversione fino a morirne verso i gruppi intellettuali che modellano la poesia come la creta per ricavarci modellini di possibili statue, di là da scolpire, dominanti poi la città della letteratura italiana. 

È lo stesso Giovanni Boine, in una lettera a se stesso, più che lettera un frammento frantumato più d’un nocciolo d’oliva in frantoio che olio più un dà., a ricordare, con nausea, questa prassi da, come li chiama lui, “scultori del fiato d’altri”.






Caro BOINE SANO, ora che stai morendo, non pianteresti un pugno nel grugno a giugno, se tu ci arrivassi, a chi vorrebbe inserirti nel modellino in creta, te, come altri poeti, per futura statua ciclopica che mai, essendo scultori mediocri,  realizzeranno? affinché essa statua domini il panorama letterario italiano e porti nome altisonante più dei poeti scolpiti dello scultore indefesso?

BOINE MALATO si rispose mentalmente, non aveva più la forza di ridacchiare, né di alzare un pugno chiuso verso chicchessia. Una pedata nel fondoschiena, di punta, pensò, do e darei, a questi scultori e ai loro seguaci,  ce ne sono ce ne sono nelle patrie lettere, vil razza dannata e malcreata di lacchè in livrea! 
Lascio ogni mio scritto accidentato, pensò. Non pubblicato. Anche per questo. Per non aver niente  a che fare con questi modellatori del mio fiato. Che va al Nulla o a Dio non so!  

Modellatori, come Alessandro Casati, che se ne sta giulivo in giro col suo cerchio di pensatori  e poeti  e scrittori e artisti, dimenticando questo scemo che gli scrisse lettere e lettere e che la sua opera confidava, come il mio corpo malato e morente, proteggesse.

Se avessi ancora tempo scriverei un’opera sul disgusto, sula nausea sul ribrezzo verso chi amministra o crede di amministrare la poesia. E invece c’è soltanto questa lettera mentale da Poeta Malato a Poeta Sanoche fui.

Ma anche questo è un bel BOTTO! L’ULTIMO. E il PLAUSO lo riservo a me che muoio innocente nella mia crudeltà e, anche se è da ridere a pensarlo, SANO tra tanti corpi corrotti dall’ambizione della carriera letteraria e scultorea. Malati verso gli altri e verso se stessi. Pensando d'esser sanissimi in lor testa ragionante e raziocinante come uno scalpello che picchia nell'acqua che scorre!





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