venerdì 15 giugno 2018

Claudio Di Scalzo: Il Boine-Frammento nel web-vento annusato sul mento



CDS: "Giovanni Boine Frammento sgocciolato" -
Maggio 2018 - cm 50 x 30 - Tecnica mista su carta





Claudio Di Scalzo
BOINE-FRAMMENTO

NEL WEB-VENTO
ANNUSATO SUL MENTO

La selvaggeria antiborghese di Boine. Strapaesano ligure? Antiborghese col paesaggio alle prese?

Il destino di Giovanni Boine è stato quello della disseminazione. Pubblicato con buona e stolta intenzione. Anche oggi. Dopo morto han lucidato le borchie della bara nel tempo con testi suoi e di chi si sforzava e sforza d'interpretarlo. 

L’ermeneuta-merdeuta. Amici. Devoti. Intelligentoni. Amiconi. Coglioni. Intelligentone. Amicone. Coglione.

Questa la sfilza. Spesso ignoranti. Talmente in Nuova Estetica Prosopopea Asfittica N.E.P.A. da pensare di surclassare gli stessi studiosi universitari con qualche tirata-sparata decostruzionistica puppata (male) da Lacan. O da Heidegger. Addirittura da astruse teorie di fachiri indiani sbalzati nel rame, il critico tegame, o da inni orfici da alicarnasso scappellandosi il casso. Insomma una burletta dove Boine vien pubblicato in fretta per averne gloria-web benedetta.

A questa porcheria il weblog in esergo cerca di opporsi. Con qualche transmoderno capitoletto che resta seppur poco letto.

Prendiamo per l’intanto da Leonardo Lagorio, nelle memorie pubblicate da G. Cattanei (in “La Liguria e la poesia italiana del novecento, pp 60-61), questo frammentino: 

“Vicino all’osteria…. All’odio borghese”.

Come Soffici come Papini come poi Maccari e Malaparte qui si celebra la provincia, il selvaggiume provinciale. 
Contro il cosmopolitismo? 
Certamente ci sono influssi. Che pochi hanno sottolineato. Pensando Boine, con la solita favoletta idealistica, il palloncino della parola-nel-sacro-alto-nel cielo insomma, che sale e si sgonfia  dai tempi del fascio e d’ogni torre d’avorio ermetica, volendo…. Perché Boine è mistico ed idealista ma anche campagnolo con la trattoria in vista. E qui i critici da banco e da tangenziale-web dove espongono cazzi mosci dorati e fiche ermeneuticamente in rosa confetto… non san più che pesci (siamo a Imperia-Porto Maurizio del resto) pigliare…


POI

IL PAESAGGIO

LE LETTERE nel CARTEGGIO IV, di Giovanni Boine, copre gli anni dal 1904 al 1917. Gli anni del saliscendi vita-letteratura ahi! Sì con annessa malattia alta fregatura. E scoperta che i sani, in soldi amore carriera letteraria se ne “impippano” del malato Boine.  La malattia viene schernita dai destinatari… sembra che soffra soltanto tu, gli scrive la Aleramo. La mia sofferenza non sarà mai come la tua, vuoi questo? Povero Boine accusato di recitare nella tisi nel sangue che cola dalla bocca dal naso dalle piaghe e pieghe dei lenzuoli in misera cameretta. Un Cristo irriso da una superficiale in cerca di carriera nei beati circoli letterari degli anni dieci e venti.

Eppure può essere il carteggio una delle porte aperte per entrare nella poesia in prosa dei Frammenti come pure di ogni altra opera metti Il Peccato del 1914.

Tentare, oh la mossa, non di entrare come in una Kafkiana porta, ma stare fuori facendo finta di star dentro. Giusto il tempo d’immaginare che Giovanni Boine ha due fondazioni, un po’ come le due ante di un portone, dissemina anzi frantuma la propria morale nell’impressionismo. 
In una parola colore mutuata da Soffici (pittore) per ricavarne una parola-dolore che svolge il ruolo di soglia davanti alla porta evocata. Dove posare il piede il corpo la tisi la perdita dell’amore e ogni altra sconfitta per scolpire da vivo l’immobile tomba del nome

Nel tentare questo varco… che poi è anche la porta della sua ultima dimora ad Imperia, scrive in prosa come fosse poesia, e se quasi noi la pensiamo né poesia né prosa poetica, è perché essa è una scrittura nervosa, piena di analogie inusitate, colma di brevi incisi, con un uso nuovo della punteggiatura, ed il lessico ingloba il parlato, la variazione dialettale. E non sembri scandaloso! vige in essa pure una qual certa simultaneità futuristica quando la confessione nasce dall’esperienza viva del Male. 

Scivolando da questo crinale unico in Boine alcuni arriveranno alla prosa d’arte rondesca altri a frammenti propiziatori L’Ermetismo.

Il “Frammentismo” riguarda anche Linati, Papini, Jahier, Bellini, Sbarbaro, Campana, stuparich. Ma il Boine-Frammento ha ben altro tormento. Se affidato al web-vento possiamo annusarlo sul mento!




... CONTINUA