domenica 6 ottobre 2019

Claudio Di Scalzo detto Accio: Pistone vano nel polmone sano, puleggia nel polmone malato scheggia iato. Boine critico che non ti dico! Con la partecipazione di Sara Cardellino


Boine apprendista scheletro moine - 2013  
Illustrazione per "La storta vita. 
Chiacchiera sulla tomba di Giovanni Boine"- 2000





Accio e Cardellino 

PISTONE VANO NEL POLMONE SANO, 
PULEGGIA NEL POLMONE MALATO SCHEGGIA IATO.

A 102 anni dalla morte di Giovanni Boine il 16 maggio 1917.



-Accio, in questa cartella con questo titolo cosa contiene?

-Ecco del Cardellino il becco che lo ficca stando sulla soffitta stecco. Lascia stare… scemenze mie.

-Lo voglio sapere… leggo il files stampato…

-Lascia stare ch’è meglio  gironzolare sulle Mura di Lucca al Bastione San Colombano col gelato in mano… che questi fogli dal titolo meccanico futurista per poeta che non lo era, però malato sì.

-Spiegami l’ironia… anche se s’intuisce che ti prendi in giro…

-Se fossi stato andato al Convegno per il Centenario a Tento e Imperia, invitato nel giusto modo, avrei risposto proponendomi come critico episodico un po’ futurista che ha polmone sano ma vano rispetto a quello che fu necessario di Boine malato!  A che sarebbe servita una critica in più a quelle che sarebbero circolate? Ben ponderate e frutto di mesi di lavoro e limature? Il polmone malato di Boine che scriveva schegge, frantumi, di critica, era separato dal mio da cento anni.

-Secondo me sarebbe servito a qualcosa… quanto leggo non circola poi così tanto… ma perché fai così Accio!?

-Perché! Perché?... perché due non fa tre.  Ma posso rivelarti cosa fa per me! “la mia teoria critica è far finta di non averla. A volte la presento dipinta a volte nella intinta foto. Se nella parola ad accelerazioni la scuoto”

-E poi finisci fuori strada incidentato! Mona!

-Brava. È quanto successo sul “caso Boine” centenario che mi riguarda. Però il mio incidente, futurista, sarà tenuto a mente; le carriole scolastiche lì presentate son già tutte dimenticate. 
E, credimi, Cardellino, Boine se la ride. 
Me l’ha pure detto nella “Chiacchiera sulla sua tomba. La storta vita” che scrissi anni fa. E che sta in qualche altra scatola. Però ora via… via!... verso il gelato. All’aria bòna di Lucca. Fra l’altro devo vedé ir bancarellista per Lucca Comics a breve. Vendo baratto compro fumetti da Topolino a Gordon a Superman a Naruto e One Piece a Dylan Dog. Magari vendo le tavole su Giovanni Boine e ci compro cosa pare a me! I fumetti nòvi sennò mi tocca chiedere prestito a te Cardellino!

-Non ti darò il becco d’un quattrino…scialacquatore!... vendi per una volta il frutto della tua sudata colorata tempia!  




Boine a Lucca in bancarella ottobre 2019





BOINE CRITICO CHE NON TI DICO!


Giovanni Boine, se strizziamo il Carteggio, Plausi e Botte, e certi Frantumi pure critica a grumi, ne vien fuori il ritratto marino e terrestre  del poeta che inaugura la critica estetica come nuovo genere letterario.

Boine scheggia, quanto maneggia, lo insulseggia  a volte altre lo drappeggia. Non so se mi spiego. Diventa “artifex additus artifici” un artista che si aggiunge all’artista, raddoppiando la vista, del lettore. Creatore di secondo grado, gli aggrada molto, che puleggia a scheggia dall’opera letteraria dell’altro, così come il poeta che è, s’ispira alla realtà alla natura all’umano schifo o beltà, dolce o freddura, necessario o vano.

Procedo su di una critica a ritmo di stornellata. Forse Boine l’avrebbe apprezzata.

Sorpresina. Dopo il genere, tipo ma com’è buono il formaggio con le pere, ecco Boine operar metacritica. Come? Se la la saggistica critica divien forma di creazione bisogna che alla base ci sia qualcosa di grande non di melassa che s’espande.

E dunque, praticamente, i testi son lì pubblicati e stampati, da un secolo, Boine opera quanto Paul Valery, scriverà, guarda caso! nel 1917, nella “Jeune Parque”, e cioè che la critica letteraria, metacritica, ha valore se viene suggerito al testo come specchio riflesso in uno specchio “si vedono vedersi” di coscienza-mente-fattezze. La poesia diventa critica di sé stessa e poesia, autocosciente. Con questa esplorazione ardita Boine mette una Croce sull’Idealismo stantìo di Benedetto Croce. E lo fa da impavido seppur malato e non doce doce. Da qui le Botte e qualche Plauso.

Per Croce il critico non può mai essere creatore, bensì, rima sistematore.

Boine si tiene in equilibrio di carburazione malattia salute come pochi dopo di lui. Che non essendo creatori di un bel nulla in poesia l’hanno resa in critica orpello al cubo. Non valendo un tubo.

Dunque tornare al critico Boine per scansare le moine. Anche qui a questo convegno sulla tomba del tisico. Gran bel tipo e fico. Critico che non ti dico!




(…) 




Sara Cardellino in ritratto anni dieci del Novecento - cds





clikka


a cura di Claudio Di Scalzo

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e altre Mirabilia come Post-Libro Transmoderno