CDS: "Boine sputa sangue" - Febbraio 2017
olio e china e matita e acrilico e sangue mio che perdo dal naso
olio e china e matita e acrilico e sangue mio che perdo dal naso
Claudio Di Scalzo
GIOVANNI BOINE UCCISO DA CHI LO
AMAVA
Su Giovanni Boine negli ultimi mesi della sua
vita! le biografie ci van di striscio. Solite noticelle caldo piscio. Nessuno scrive della sua
amarezza in nera completezza di scoprir vera la massima di Wilde nella Ballata
del Carcere di Reading: … si uccide quanto amiamo, chi ha coraggio usa la spada
chi è codardo l’inganno.
Maria Gorlero si manifesta ingrata e odiosa. Ma avrà usato la spada? o l’inganno di qualche frase cortese che nascondeva la decisione di lasciarlo nel suo sangue sputato sul guanciale? E l’amico Casati perché “punisce” l’amico con la sua incomprensione fredda e distaccata. Lui sarà stato sicuramente codardo!
Anche se oggi i cultori di epistolari lo ricordano perché Boine gli scrisse lettere. Personalmente una persona simile preferisco non citarla neppure. Oblio. Chi nel momento decisivo nega il proprio aiuto a chi amava, a chi diceva di stimare, custodendone scritti, magari lodandone le virtù estetiche, è persona alla quale nessun tempo che verrà dopo, o il prosaico del reale o quello della letteratura potrà più dare dignità.
Si può uccidere quanto si ama, ma ci si uccide, rivelando la propria natura "soccombente".
Maria Gorlero e Casati in modo diverso amavano Boine per la sua genialità scolpita in un diamante scheggiato da atti anche eccessivi anche indecifrabili alle regole comuni, ma che veniva donato, gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio, che non fosse una mano amica nel momento del pericolo assoluto, dell’agonia, della perdita di sé. Quel diamante spero che Dio l’abbia reso carbone negli occhi dei due quando hanno pensato a Boine dopo la sua morte. E che siano poi morti con le mani nere nel tentativo strofinandolo di farlo tornare lucente. E bellissimo.
Maria Gorlero si manifesta ingrata e odiosa. Ma avrà usato la spada? o l’inganno di qualche frase cortese che nascondeva la decisione di lasciarlo nel suo sangue sputato sul guanciale? E l’amico Casati perché “punisce” l’amico con la sua incomprensione fredda e distaccata. Lui sarà stato sicuramente codardo!
Anche se oggi i cultori di epistolari lo ricordano perché Boine gli scrisse lettere. Personalmente una persona simile preferisco non citarla neppure. Oblio. Chi nel momento decisivo nega il proprio aiuto a chi amava, a chi diceva di stimare, custodendone scritti, magari lodandone le virtù estetiche, è persona alla quale nessun tempo che verrà dopo, o il prosaico del reale o quello della letteratura potrà più dare dignità.
Si può uccidere quanto si ama, ma ci si uccide, rivelando la propria natura "soccombente".
Maria Gorlero e Casati in modo diverso amavano Boine per la sua genialità scolpita in un diamante scheggiato da atti anche eccessivi anche indecifrabili alle regole comuni, ma che veniva donato, gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio, che non fosse una mano amica nel momento del pericolo assoluto, dell’agonia, della perdita di sé. Quel diamante spero che Dio l’abbia reso carbone negli occhi dei due quando hanno pensato a Boine dopo la sua morte. E che siano poi morti con le mani nere nel tentativo strofinandolo di farlo tornare lucente. E bellissimo.
E che sia destino di dannazione, di carbone e segni neri sulle mani un tempo baciate, per tutti coloro, uomini e donne, che uccidono chi amano, affinché vivano nel rimpianto per quanto era bellezza da loro ridotta a volgarità,... è la speranza mia! ora che penso a Giovanni Boine. Solo e senza nessuno che gli stesse accanto, con amore e bene, mentre moriva!
Nel centenario, della morte, senza tanti intellettualismi, gli sto accanto mentre agonizza. E porto il lutto. E questo è il mio contributo di uomo. Lascio ai finissimi interpreti di “usare” l’opera di Boine come aggrada loro. Io sto accanto alle bende macchiate di sangue, al diamante dell’amore tradito.
NOTICINA SCALZA
Giovanni Boine negli ultimi mesi di vita sperimenta i versi di Wilde scritti nel Carcere di Reading. E questa sia la fondante biografia transmoderna per Giovanni Boine nel centenario della morte.
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